E’ tutto nella testa! L’importanza di lavorare le dita

immagine digitale a colori del cervello umano

Qualche giorno fa mi sono imbattuta in un interessante articolo pubblicato sul blog di Tony Porter, nel sito A.R.T. Reflexology, dal titolo Stories the toes are telling (per chi legge l’inglese, lo trovate qui: http://www.artreflex.com/tonys-blog/stories-the-toes-are-telling?fbclid=IwAR2ImhD9T53oGucKfBzti0JLFAeO2_QFpySW61S8UM-HsjIFHaiZmL2Om6g), che vuol dire Storie che le dita dei piedi raccontano.

Un titolo che riecheggia i due famosi (per noi riflessologi) libri in cui la “mamma” della Riflessologia occidentale moderna, Eunice Ingham, condensò le scoperte e le comprensioni di tutta la sua carriera dedicata alla Riflessologia, Stories the feet can tell (Storie che i piedi possono raccontare), del 1938 e Stories the feet have told (Storie che i piedi hanno raccontato), del 1951.

Penso che Tony Porter, che è uno dei riflessologi più famosi a livello mondiale, e che è stato insignito nel 2015 del premio Eunice Ingham, per i suoi meriti nella divulgazione della Riflessologia, abbia voluto espressamente ricordare i libri della fondatrice. Inoltre, all’inizio della sua carriera di riflessologo, nei primi anni Settanta, Porter ebbe modo di lavorare a lungo fianco a fianco con Dwigth Byers, nipote della Ingham e continuatore della sua opera, accumulando una vasta esperienza nella pratica della Riflessologia secondo il metodo Ingham.

Successivamente, Porter ha integrato il metodo classico con altre tecniche riflessologiche apprese durante i suoi viaggi in tutto il mondo, dando vita al suo proprio approccio, che ha chiamato A.R.T. Advanced Reflexology Tecniques (Tecniche di Riflessologia Avanzata), nome che allude anche alla pratica della riflessologia come un’arte.

Fu proprio durante uno dei suoi viaggi in Malesia, racconta Porter, che gli capitò di ricevere un trattamento da un riflessologo cieco, che lavorava soltanto le dita dei piedi.

Fu un’esperienza intensa… usando le mani e un piccolo strumento di metallo, mi diede una sessione di 45 minuti, molto concentrata e molto efficace. Ne rimasi davvero impressionato, sia durante che dopo il trattamento, tanto che ne volli ricevere ancora parecchi altri. Questa esperienza rafforzò le mie convinzioni riguardo al valore di trattare le dita dei piedi in modo più accurato o anche da sole.”

Tony Porter ricorda come agli inizi della sua carriera di riflessologo le dita dei piedi fossero considerate solo nella visione plantare, e (ad eccezione dell’alluce che rappresenta la parte neuroendocrina del cervello) solamente come zone riflesse dei seni paranasali e di occhi e orecchie.

Ho una domanda per i miei amici riflessologi, che mi seguono su Puntiriflessi. E la domanda è questa: nelle scuole di Riflessologia che avete frequentato avete imparato qualcosa di diverso?

Io ad esempio sono stata abbastanza fortunata: la dottoressa Trevisani che è stata la mia prima insegnante di Riflessologia, alla fine degli anni Novanta, ci insegnò a collocare sulle dita dei piedi, con molta precisione, i punti corrispondenti ai denti e alle “ipofisi indirette”, che danno la possibilità di trattare le condizioni di stress cronico a livello mentale, con i loro correlati di ansia, preoccupazione, loop di pensieri negativi, irritabilità, ipersensibilità, sonno disturbato ecc.

Tuttavia è stato solo più tardi, e grazie ad altri contributi, che sono arrivata a comprendere l’importanza di massaggiare accuratamente le dita dei piedi.

La Medicina Cinese traccia il percorso dei Meridiani sulle dita dei piedi, riconducendo i segni e le difformità delle dita a possibili squilibri degli organi o visceri corrispondenti. La Neuroanatomia ci parla della complessità del cervello e del sistema nervoso, dei nervi cranici e delle loro molteplici funzioni. Infine il lavoro di Tony Porter ci fornisce tecniche più sofisticate per trattare in maniera completa ed efficace le dita dei piedi, in visione plantare ma anche dorsale, mediale e laterale, nonché in presenza di artrosizzazioni, come dita a martello o a uncino.

Perciò se anche voi volete ampliare le vostre possibilità di azione e aumentare la vostra efficacia come riflessologi, vi suggerisco di dedicare più attenzione e più tempo alle dita dei piedi.

Come sottolinea Tony Porter, si può dare un’intera sessione solo massaggiando le dita dei piedi, e ci saranno situazioni in cui questa scelta sarà la più benefica, tuttavia non è detto che le dita debbano essere trattate sempre, in ogni sessione o ad ogni cliente.

Le condizioni che più dovrebbero orientarci a trattare le dita sono tutte quelle che coinvolgono la testa e il collo, il cervello, il sistema nervoso centrale e autonomo: dalla sindrome da stress cronico, agli esiti traumatici di cadute, colpi alla testa, incidenti vascolari, malattie degenerative del sistema nervoso, problematiche degli organi di senso, traumi spinali ecc.

E’ recente la scoperta del sistema glinfatico, ossia il sistema di drenaggio e pulizia del cervello, affidato alle cellule della glia o materia bianca del cervello, a cui ho dedicato tempo fa un articolo del blog, che potete leggere (o rileggere) cliccando qui https://www.puntiriflessi.it/dal-mondo/limpossibile-esiste. Come ho già scritto, il massaggio delle dita dei piedi può facilitare anche il funzionamento del sis Lo consiglio a tutti il corso di reflessologia 2 ! Io ho imparato molto !!tema glinfatico, migliorandone le funzioni, con una ricaduta di effetti positivi in tutte le condizioni sopra citate.

Ho creato il corso online Riflessologia 2 proprio per fornire a tutti i colleghi riflessologhi gli strumenti necessari per colmare l’eventuale lacuna e rendere più complete ed efficaci le proprie sessioni di Riflessologia.

Dategli un’occhiata! Lo trovate qui: https://www.puntiriflessi.it/rifle-2

Ecco l’opinione di una collega che l’ha acquistato: Lo consiglio a tutti il corso di reflessologia 2 ! Io ho imparato molto !!! L’ho trovato davvero molto utile…ho potuto apprendere tecniche di lavoro sulle dita e nervi cranici che prima non conoscevo!Ottimo lavoro👏👏👏