Il sundaypost.com ha intervistato Tracey Smith, dell’Associazione dei Riflessologi inglesi (AoR), Riflessologa da 16 anni, ma prima Biologa molecolare, si occupava di ricerca sul DNA.
Smith racconta: “Dato che sono stata una scienziata, ho molta affinità con la ricerca, perciò quando ho fondato AoR ho anche iniziato a raccogliere studi e ricerche sulla Riflessologia, così ora abbiamo un database. Non ci sono state finora molte ricerche, a causa della mancanza di fondi e della difficoltà di coinvolgere il mondo della medicina ufficiale. Ci sono però degli studi effettuati in Giappone, in cui hanno monitorato con la RM i cambiamenti nel cervello, mentre venivano massaggiati punti riflessi nei piedi. In questi test, per lo più, quando veniva massaggiato un punto riflesso nel piede, si illuminava la parte del cervello relativa all’organo o alla struttura correlata. Il che è abbastanza stupefacente. Un altro studio ha dimostrato che c’era un cambiamento nell’afflusso di sangue agli organi i cui punti riflessi nel piede venivano stimolati.
In sintesi: ci sono molte ipotesi e teorie, nessuna delle quali ancora scientificamente provata. C’è un sostanziale accordo sul concetto delle mappe dei piedi e delle mani, come pure che ci sia un effetto sul corpo, ma il “come” non è stato ancora spiegato pienamente.
Ci sono teorie come quella dei percorsi energetici. La Riflessologia disostruirebbe i canali lasciando l’energia libera di scorrere. Un’altra teoria chiama in causa l’aumento del flusso sanguigno nell’organo, indotto dalla stimolazione del rispettivo punto riflesso. Un’altra ipotesi richiama la teoria del “pain gate” ossia del cancello del dolore. E’ un’esperienza comune che se sbatti, ad esempio, un ginocchio, e subito dopo lo massaggi vigorosamente, la sensazione del massaggio arriva al cervello per prima, riducendo l’intensità del dolore della botta.
Con la Riflessologia il corpo fa cose sorprendenti; lo stress viene dissipato ed il corpo ritrova la sua naturale capacità di guarigione, facendo quello che costantemente cerca di fare, cioè ricercare un equilibrio migliore, un grado di salute più elevato.
Tracey Smith racconta una sua esperienza: “Una signora venne da me dicendo che sei settimane dopo aveva un appuntamento con un chirurgo ortopedico per un’operazione alla schiena, e mi chiese se pensavo di poter fare qualcosa. E’ venuta una volta alla settimana per sei settimane. L’ultima volta le ho chiesto se sarebbe andata a fare l’intervento alla schiena e lei mi ha risposto “No, non ne ho più bisogno.”
Per molti clienti, come questa signora, la Riflessologia funziona. Per alcuni altri no. Non sappiamo perché. Molte persone arrivano da noi dopo un lungo iter che è stato per loro insoddisfacente, e spesso ci dicono “Ho trovato quello che fa per me”. Infatti molte persone si sentono meglio. Può darsi che sia perché la qualità del loro sonno migliora. Oppure perché diminuiscono lo stress e l’ansia; o perché la circolazione sanguigna e linfatica funziona meglio.
Tracey Smith puntualizza: “Noi non sosteniamo che la Riflessologia “cura” le malattie. La Riflessologia migliora lo stato di benessere generale; quando stai meglio con te stesso, anche se hai una malattia, la guarderai con occhi diversi.”
Al momento, i trattamenti di Riflessologia non sono inclusi nel NHS (Servizio Sanitario Nazionale inglese), tuttavia, conclude Smith, ci capita sempre più spesso di lavorare con i pazienti nei reparti oncologici, in cui la Riflessologia è la disciplina complementare più richiesta dopo il counselling.
Fonte: sundaypost.com, Reflexology – is it a myth or marvel?
BY ALAN SHAW, 12 SEPTEMBER 2014 12.23PM.
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