L’impossibile esiste

immagine digitale del cervello umano

Storia di una scoperta sensazionale che rivoluziona la comprensione dei rapporti tra sistema immunitario e sistema nervoso. E che interessa anche a noi riflessologi…

La prima volta che questi ragazzi mi hanno mostrato il risultato di base, ho esclamato: “Dovranno riscrivere i libri di testo. Non è mai esistito un sistema linfatico per il sistema nervoso centrale. È risultato molto chiaro fin dalla prima particolare osservazione – e a partire da quella, i ricercatori hanno svolto molti studi per sostenere i risultati – che cambierà radicalmente il modo di guardare il rapporto tra sistema nervoso centrale e sistema immunitario.” Kevin Lee, (Preside del dipartimento di Neuroscienze dell’Università della Virginia)L’impossibile esiste

Due diversi team di scienziati, in due diverse università americane, tra il 2012 e il 2015 hanno rivoluzionato la comprensione dei rapporti tra il Sistema Nervoso Centrale e il Sistema Linfatico/Immunitario.

Fino alle loro scoperte si riteneva che questi due sistemi, entrambi di fondamentale importanza per i mammiferi in generale e per gli umani in particolare, non si incontrassero mai. In altre parole si riteneva che il sistema linfatico non fosse presente nel cervello, in quanto non erano mai stati osservati vasi linfatici nel cervello. Questo lasciava scoperta la questione di come fa il cervello a ripulirsi delle tossine.

L’eliminazione dei rifiuti è di importanza centrale per ogni organo, e ci sono da molto tempo domande su come il cervello si libera dei propri rifiuti“, ha detto Maiken Nedergaard, MD, DMSc., autore senior del primo studio “Questo lavoro dimostra che il cervello si pulisce in modo più organizzato e su scala molto più grande di quanto si sapesse in precedenza. Crediamo che questi risultati avranno implicazioni per molte condizioni che coinvolgono il cervello, come trauma cranico, L’impossibile esisteAlzheimer, ictus e Parkinson”.

Il gruppo di Nedergaard ha definito il nuovo sistema glinfatico, in quanto agisce in modo molto simile al sistema linfatico, ma è gestito da cellule cerebrali note come cellule gliali, che sono di molti tipi diversi, con funzioni di sostegno e trofismo dei neuroni, molte delle quali ancora non del tutto note. I questo caso sarebbero coinvolti gli astrociti. Il team ha fatto la scoperta nei topi, il cui cervello è molto simile al cervello umano.

Come è possibile che questo sistema non sia stato notato fino ad ora? Gli scienziati dicono che il sistema funziona solo quando è intatto e operativo nel cervello vivente, mentre in passato i ricercatori potevano solo disporre di sezioni di tessuto cerebrale già morto, perché non era possibile visualizzare direttamente il flusso di liquido cerebrospinale (CSF) in un animale vivo. Per studiare l’intero cervello vivente, il team ha utilizzato una tecnologia nota come microscopia a due fotoni, che permette di osservare il flusso di sangue, il CSF e altre sostanze nel cervello di un animale vivo. Anche se alcuni scienziati venti o trent’anni fa hanno ipotizzato che il flusso di CSF nel cervello fosse più ampio di quanto si sapeva, non erano stati in grado di dimostrarlo perché allora non esisteva una tecnologia che permettesse di osservare il cervello in azione in un animale vivente.L’impossibile esiste

“E’ un sistema idraulico”, ha detto Nedergaard, ”Una volta che si apre, si rompono le connessioni, e non può essere studiato. Siamo fortunati ad avere ora la tecnologia che ci permette di studiare il sistema intatto, e vederlo in funzione”.

Jeffrey Iliff, Ph.D., professore assistente di ricerca nel laboratorio di Nedergaard, ha studiato approfonditamente la proteina che si accumula nel cervello dei pazienti con Alzheimer, chiamata beta-amiloide. Ha scoperto che più di metà di questa proteina in condizioni normali viene rimossa dal cervello di una cavia attraverso il sistema glinfatico. “Capire come il cervello affronta il problema dei rifiuti è fondamentale. In ogni organo, l’eliminazione dei rifiuti ha la stessa importanza della consegna di sostanze nutritive. Nel cervello è un argomento particolarmente interessante, perché in sostanza tutte le malattie neurodegenerative, compreso l’Alzheimer, comportano un accumulo di rifiuti proteici che alla fine soffocano e uccidono la rete neuronale del cervello. Se il sistema glinfatico non riesce a purificare il cervello come deve, sia a seguito di invecchiamento normale, che in risposta ad una lesione cerebrale, i rifiuti possono cominciare ad accumularsi nel cervello. Questo può essere ciò che accade con i depositi di beta-amiloide nell’Alzheimer“, sostiene Iliff. “Forse aumentare l’attività del sistema glinfatico potrebbe aiutare a prevenire la deposizione di beta-amiloide o offrire un nuovo modo di pulire gli accumuli di materiale nell’Alzheimer conclamato“, ha aggiunto.L’impossibile esiste

Come si vede, le implicazioni della scoperta del sistema glinfatico riguardano sia l’invecchiamento che le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, il Parkinson, la Sclerosi Multipla, ma anche i traumi concussivi alla testa, gli incidenti vascolari cerebrali (ictus, emorragie), insomma tutte quelle condizioni che implicano una diminuzione dell’efficacia del drenaggio e della pulizia del tessuto cerebrale.

Un’ulteriore interessante evoluzione di questa linea di ricerca è stata la scoperta che l’attività di pulizia del cervello tramite il sistema glinfatico avviene principalmente durante il sonno.

L’ipotesi avanzata dai ricercatori era che durante il sonno il sistema glinfatico fosse più attivo. Le loro osservazioni effettuate con la microscopia a due fotoni, hanno confermato che il sistema glinfatico è quasi dieci volte più attivo durante il sonno che durante la veglia, e che mentre si dorme viene rimossa una quantità di proteina beta-amiloide significativamente più elevata di quanto avvenga da svegli. La ragione potrebbe essere che questo meccanismo di smaltimento dei cataboliti consuma molta energia, quindi è come se il cervello fosse “costretto a scegliere tra due diversi stati funzionali: essere sveglio e cosciente, o addormentato e dedito alle pulizie” (Nedergaard).

Inoltre i ricercatori hanno potuto osservare che durante il sonno, i neuroni si “restringono”, facendo aumentare del 60% il flusso del liquido cerebrospinale negli spazi interstiziali del cervello, probabilmente per permettere un lavaggio più efficace del tessuto cerebrale.

Queste scoperte indicano una nuova direzione alla ricerca per dare una risposta forse definitiva alla domanda a cosa serve il sonno. Tutti sanno che il sonno è indispensabile e che la deprivazione del sonno a lungo andare ha effetti molto gravi sulla salute. Eppure le ragioni per cui dormiamo non sono ancora state chiarite a fondo. E’ appurato che il sonno aiuta a memorizzare e consolidare i ricordi, e a elaborare schemi comportamentali adattivi, ma questi benefici non sembrano sufficienti a compensare il rischio legato alla vulnerabilità in cui ci si trova dormendo. Il mistero potrebbe essere risolto pensando all’importanza di questa attività di pulizia del cervello durante il sonno?

Perché questa scoperta, con le sue implicazioni, ci riguarda? Perché come riflessologi abbiamo la possibilità di sostenere la salute e il buon funzionamento del sistema glinfatico. Come? Dedicando una maggiore attenzione al massaggio delle dita del piede, che in tutte le mappe riflessologiche corrispondono alla testa. Possiamo massaggiare le dita con la tecnica base, il bruco o lombrico, ossia camminando con il pollice sui 4 lati di ciascun dito. Esistono poi altre tecniche di massaggio specifiche per le dita del piede, che insegno nel corso online Riflessologia 2. E’ importante concludere con il massaggio delle circolazioni linfatiche, in particolare della circolazione linfatica superiore.L’impossibile esiste

Nel lavorare le dita si toccano anche i punti riflessi dei nervi cranici (vedi Riflessologia 2), che sono nervi parasimpatici, in tal modo si favorisce il rilassamento profondo. Abbiamo quindi anche la possibilità di agire favorevolmente sulla qualità del sonno del soggetto, cosa che la Riflessologia fa già di per sé, come dimostrato da una recente ricerca scientifica di cui ho scritto nell’articolo precedente.

Stimolare il sistema glinfatico e migliorare il sonno, durante il quale avvengono le grandi pulizie nel cervello, è qualcosa che possiamo fare con la riflessologia, per prevenire e rallentare l’invecchiamento cerebrale, e con esso le condizioni neurodegenerative o post-traumatiche del cervello. Scusate se è poco!

Riferimenti:

Iliff J.J., Wang M., Liao Y., Plogg B.A., Peng W., Gundersen G.A., Benveniste H., Vates G.E., Deane R., Goldman S.A., Nagelhus E.A., Nedergaard M. A paravascular pathway facilitates CSF flow through the brain parenchyma and the clearance of interstitial solutes, including amyloid beta. Sci. Transl. Med. 2012

Louveau A., Smirnov I., Keyes T.J., Eccles J.D., Rouhani S.J., Peske J.D., Derecki N.C., Castle D., Mandell J.W., Lee K.S., Harris T.H., Kipnis J. Structural and functional features of central nervous system lymphatic vessels. Nature. 2015

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